SOCIETÀ FILOSOFICA DELLA SVIZZERA ITALIANA
               

Venuti al mondo con Orwell
di Cristina Savi
(Articolo apparso su La Regione del 29 novembre 2014)


Grazie al celebre romanzo di Orwell, il 1984 è stato a lungo una data-simbolo del futuro: un futuro distopico, segnato dal totalitarismo e dalla dissoluzione della sfera privata, dal controllo sistematico degli individui e della comunicazione, dall'impoverimento della lingua e dalla fine del libero pensiero. 

Per un curioso scherzo del destino la Società Filosofica della Svizzera Italiana - un'associazione volta a promuovere l'informazione, il dibattito e la riflessione filosofici alla quale possono liberamente aderire tutti gli interessati - ha scelto proprio il 1984 per venire al mondo. E, per una strana accelerazione della storia successiva, quell'anno che aveva a lungo simboleggiato il futuro sembra sprofondare in un passato remoto ora che ci volgiamo all’indietro per misurare il cammino percorso.

Quando il 22 febbraio del 1984 la SFSI tenne la sua assemblea costitutiva al Liceo di Bellinzona in aula non c'erano né laptop né beamer. I partecipanti non avevano dovuto spegnere i cellulari perché nelle loro tasche c'erano solo i soliti vecchi oggetti: chiavi, portamonete, qualche foglio e quasi certamente una penna. E proprio con una penna - forse una stilografica - il verbalista deve aver annotato le decisioni prese prima di battere a macchina il testo definitivo. Possiamo immaginarlo anche mentre invia il documento ai soci della neonata associazione: lo fotocopia, lo imbusta, appiccica i francobolli, per poi affidarsi fiducioso alle PTT.

Già, perché nel 1984 ci sono ancora le regie federali e nessuno sogna le comodità dell’e-mail. Internet è una realtà circoscritta sconosciuta ai più. Molte altre cose stanno per tramontare, mentre il nuovo è solo agli inizi. Anche la Svizzera italiana è sulla soglia di grandi trasformazioni. La galleria autostradale del S. Gottardo è aperta ormai da quattro anni e il Ticino sembra più vicino al resto della Svizzera. Al varco, però, lo attende la Lega che dagli anni ’90 modificherà progressivamente l’autocoscienza cantonale erigendo barriere ben più impenetrabili di quella alpina. Il territorio è ancora sprovvisto di istituzioni accademiche – l’USI  nascerà nel ‘96 – e alla gloria della filosofia provvedono soprattutto alcuni docenti liceali e della Scuola magistrale. 

La SFSI è nata in questo “mondo di ieri”, un mondo in cui le idee e il sapere avevano un altro tipo di circolazione, la comunicazione seguiva altri ritmi e persino le parole “Filosofia” e “Svizzera italiana” avevano un significato diverso da quello attuale, perché in Ticino c’erano meno filosofi e, d’altra parte, ci sentivamo tutti più svizzeri. Si trattava di fare a Sud delle Alpi quel che nei cantoni universitari romandi e svizzero tedeschi accadeva da decenni - diffondere l’interesse per la filosofia - e di farlo allacciando i rapporti con la Società svizzera. 

Per diversi anni la SFSI è rimasta l’unica voce filosofica istituzionale della Svizzera italiana e questo ha influito a lungo sulla sua attività. Abbiamo organizzato convegni e seminari per addetti ai lavori, ospitato simposi della Società Svizzera di Filosofia, promosso pubblicazioni e scambi fra ricercatori. D’altra parte però non siamo rimasti insensibili alle rivoluzioni nell’ambito del sapere e della comunicazione e alle trasformazioni del contesto locale. Così l’attenzione per il pubblico di non specialisti è andata rafforzandosi e, nell’ultimo decennio, ha finito per divenire prioritaria. 

Oggi l’attività della SFSI di maggior richiamo è ormai il Café Philo: una pratica filosofica collettiva nata in Francia negli anni ’90, che si è diffusa un po’ ovunque. Seduti attorno a un tavolo, i convenuti si interrogano sulle incertezze del presente e dibattono le grandi questioni filosofiche poste dalla vita quotidiana. E forse non è un caso che sempre più spesso a suscitare le discussioni più accese siano temi che avrebbero appassionato Orwell. Perché definitivamente passato è il 1984 storico, non quello immaginato dal romanziere britannico. Ed anche per questo è bene che la Società Filosofica continui ad esistere.   

















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